giovedì 2 settembre 2010

La venere di Ulm

Nella Germania meridionale è stata ritrovata una statuetta raffigurante una donna dalle 
forme prosperose. La stessa risale a circa 37.000 anni fa e appartiene al periodo paleolitico detto 
“Aurignaziano”.  

È stata subito ribattezzata “Venere di Hohle Fels”,prendendo il nome dalla grotta nella quale 
è stata scoperta,nel Giura Svevo, nel settembre 2008. La scultura ,scolpita nell’avorio di zanna di 
mammut, la si può stringere in una mano dato le sue ridotte dimensioni, è alta infatti solo 6 centimetri. 

Si distingue da tutte le altre veneri posteriori per alcune caratteristiche fisionomiche. 
È caratterizzata dall’assenza della testa,al posto della quale vi è un piccolo anello inciso. 
Presenta braccia corte con mani,appoggiate sul ventre,dalle 
dita ben definite.  
Grazie a linee orizzontale appena accennate si può intuire il panneggio di una vesta;
le forme prosperose la accomunano a tutte le altre veneri di quel periodo come ad esempio la Venere di 
Willendorf.  
Vi sono varie ipotesi sul perché di queste forme così pronunciate .  
La prima è che la statuetta servisse a esaltare la fertilità e la vita in generale.  
La seconda è che statuine come questa fossero adibite a riti e celebrazioni.  
La terza invece che fosse adibita a rappresentare l’opposizione dei sessi. 
La statuetta si pensa sia stata scolpita dai primi homo sapiens ,giunti nelle regioni europee, 
che hanno inventato l’arte figurativa. Questa scoperta è importante sotto molti aspetti.  
È in fatti la prima rappresentazione femminile risalente all’età paleolitica e il primo 
esempio di arte figurativa.

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