venerdì 10 settembre 2010

E' romano il più ricco sportivo della storia

Altro che Tiger Woods o Michael Jordan. Il più ricco di sempre è stato un auriga analfabeta dell'antica Roma: Gaio Appuleius Diocle che nella sua carriera nelle corse ha messo su la considerevole cifra di oltre 35 milioni di sesterzi. Tradotto vuol dire (anche se sono calcoli alquanto approssimativi) qualcosa come più di 60 milioni di dollari
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 Il nostro campione, come racconta un'iscrizione del 146 dopo Cristo, era nato in Lusitania (l'attuale Portogallo). Diocle vi figura come "il più imminente di tutti gli aurighi". La sua vicenda è stata studiata da Peter Stuck professore di Studi classici alla Pennsylvania University. A suo giudizio l'auriga è lo sportivo più pagato di tutti i tempi. Dal testo si apprende che Diocle inizò la sua carriera nel 122, all'età di 18 anni. Fare l'aurgia era un mestiere piuttosto pericoloso: i 4 chilometri da percorrere all'interno del Circo Massimo potevano spesso rivelarsi fatali. Questi piloti dell'antichità erano per lo più schiavi, che attraverso le imprese sportive, in alcuni casi riuscivano a guadagnarsi la libertà.
IL CIRCO - Nel circo bisognava durare sette giri. Incidenti, sbandate, erano all'ordine del giorno. Gli aurighi si lanciavano alla conquista del podio accompagnati dalle urla di 250mila persone (tale la capienza del Circo Massimo). Sugli spalti si incitavano i proprio beniamini, si scommetteva. Le gare erano molte seguite, al punto che Agrippa, uno dei più vicini collaboratori di Augusto, nel 33 avanti Cristo fece installare sette delfini per conteggiare i giri. I carri potevano aggiogare 4 o più cavalli, in genere destinati solo agli aurighi più esperti. I piloti indossavano un casco di cuio, parastinchi, una maglia, a proteggere il petto, una frusta e un coltello affilato con cui tagliare le redini, in caso d'incidente. Ciascun campione aveva i suoi fans e tifosi. A Roma esistevano quattro "scuderie": i Rossi, i Verdi, i Bianchi e i Blu,
UNA CARRIERA FORTUNATA - Diocle vinse la sua prima gara, due anni dopo il suo debutto, con i Bianchi, quattro anni dopo, si trasferì per breve tempo con i grandi rivali dei Verdi. Ma i successi più importanti, racconta Stuck, arrivarono con i Rossi, con i quali concluse alla carriera all'età "di 42 anni, 7 mesi e 23 giorni". Secondo l'epigrafe avrebbe vinto oltre 1.400 gare, su più di 4mila disputate. Per 861 volte secondo. Per nove volte ha reso i cavalli "centenari", cioè 100 volte vincenti. Nel testo si accenna anche alla sue tattiche di gara, che per 815 volte lo hanno visto vincente, partendo al comando, 67 invece in rimonta.
Le sue vittorie non sono da Guiness:  un certo Pompeo Musculus ha totalizzato oltre 3.500 successi, eppure Diocle è diventatto il più ricco di tutti. Con soli 29 vittorie mise assieme la cifra di 1.450mila sesterzi. Con il suo intero patrimonio (oltre 35milioni di sesterzi), secondo i calcoli di Stuck, avrebbe potuto fornire grano alla popolazione di Roma per un anno o finanziare per due mesi l'esercito romano. Insomma Tiger Wood, un dilettante a confronto.
Fonte-Anciet Times
Ultimo aggiornamento ( Giovedì 09 Settembre 2010 07:32 )

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