martedì 31 agosto 2010

Tagli alla cultura e alla ricerca

I TAGLI alla cultura sono contestati dallo stesso ministro Sandro Bondi, perlomeno per quanto riguarda il metodo adottato, se non nella sostanza, e dagli esponenti finiani del Pdl. I tagli agli enti locali non piacciono a Regioni, Province e Comuni in blocco, non importa se governati da esponenti di destra, sinistra o centro. Le norme sulla tracciabilità dei pagamenti effettuati in contanti sono avversate dalla base degli elettori del Pdl, che scrivono ai giornali vicini al governo minacciando di vendicarsi alle prossime elezioni. Il "contributo di soggiorno" fino a un massimo di 10 euro a notte (tra le misure di risanemento del bilancio previste per il Comune di Roma) scontenta, oltre che la Federalberghi, il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. I tagli alla ricerca hanno messo in allarme il ministro della Salute e suscitato le energiche proteste dei ricercatori e dei presidenti degli enti che il governo intende sopprimere. Mentre la Finanziaria, sia pure approvata dal Consiglio dei Ministri, è ancora in via di definizione, monta la protesta anche dentro la maggioranza. Ecco le norme maggiormente controverse.
TAGLI ALLA CULTURA. La manovra priva del contributo statale un lunghissimo elenco di enti culturali e di ricerca (circa 230). Ovviamente tutti gli enti hanno protestato, ma la contestazione di maggior rilievo è quella dello stesso ministro della Cultura Sandro Bondi, che a più riprese ha dichiarato di essersi sentito "esautorato", e che operare dei tagli in modo indiscriminato è scorretto. Non solo: Bondi ha chiarito che la sua non è soltanto una contestazione sul merito, ma anche sul contenuto della manovra: "Penso che molti enti debbano essere soppressi, tuttavia ci sono degli enti e delle istituzioni, cito il centro sperimentale di cinematografia, il Vittoriale, che non possono essere considerati degli enti inutili. Alcuni tagli sono necessari ma non possono essere indiscriminati". Dalle file del Pdl si levano altre voci di contestazione dei tagli alla cultura. Il deputato finiano Italo Bocchino fa notare; "Se un esponente autorevole del Pdl e del governo come Sandro Bondi dice di non aver saputo e di non condividere i tagli alla Cultura significa che c'è qualcosa di serio che non va". Il vicepresidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni Luca Barbareschi mette in guardia dal rischio "di impoverire culturalmente il Paese. Va approfondita la scelta dei tagli".
TAGLI AGLI ENTI LOCALI. La protesta degli enti locali, sui quali, è stato calcolato, grava circa il 50 per cento della manovra, è corale più che bipartisan. Alle contestazioni dell'Anci, della Conferenza delle Regioni e dell'Unione delle Province si aggiungono quelle dei singoli sindaci e presidenti. Persino un alleato di ferro del premier Berlusconi come il governatore della Lombardia Roberto Formigoni afferma che le misure previste non sono equilibrate e mettono a forte rischio il federalismo fiscale. "Per le Regioni i tagli sono di 4,5 miliardi nel 2011 e di 5,5 nel 2012. Dieci miliardi su un totale di 24: vuol dire che le Regioni dovranno sopportare più del 45 per cento del carico. Mentre i tagli di spese dei ministeri sono stati fissati al dieci per cento. Per questo parlo di manovra per noi insostenibile e priva di equilibrio", dichiara Formigoni. Gli enti locali saranno costretti a tagliare in misura più che significativa la spesa sociale, si denuncia da ogni parte, chiedendo al governo di ridiscutere le misure contestate.

TAGLI ALLA RICERCA. Ventisette gli enti di previdenza e di ricerca che vengono soppressi. Tra questi l'Isae: per impedirne la chiusura è in stata avviata una raccolta di firme alla quale stanno partecipando insigni studiosi, e non solo italiani. Per quanto riguarda i tagli alla scuola e all'università, è stata avviata un'altra petizione che conta già migliaia di sottoscrittori. La finanziaria viene giudicata da docenti, assistenti e ricercatori una scelta "immotivata e poco lungimirante una strategia di tagli che vadano a colpire ulteriormente il mondo della ricerca, già pesantemente penalizzato negli ultimi anni. Sottolineiamo inoltre come la maggior parte delle misure allo studio vadano a colpire le fasce giovani ed i ricercatori attivi, colpendo il cuore del sistema ricerca". A Napolitano si sono appellati le più diverse categorie di studiosi, dagli astrofisici agli archeologi. Il ministro della Salute Ferruccio Fazio si è detto a più riprese tranquillo, assicurando che si sarebbero colpiti solo gli sprechi. Negli ultimi giorni ha ammesso qualche preoccupazione: ''Ci sono tagli per i medici. Sono medico anche io e sono preoccupato. Berlusconi ha detto che la manovra non è immodificabile e spero ci possa essere un altro indirizzo''.
Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2010/05/30/news/manovra_misure_controverse-4444715/

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