Sindrome Stendhal: l'arte fa battere il cuore
Condotta a Firenze una ricerca sulla malattia che colpì proprio nel capoluogo toscano lo scrittore francese
di Ilaria GianniniCambiamenti del battito cardiaco e delle frequenze respiratorie, ma nessun caso di svenimento o allucinazione davanti alle opere d’arte: questi i primi risultati – ancora parziali – dell’indagine sulla sindrome di Stendhal che è stata condotta a Firenze sui visitatrori della mostra dell'allestimento 'Nello specchio della meraviglia' di Luca Giordano, a Palazzo Medici Riccardi.
La malattia psicosomatica è una specie di stordimento di fronte alla bellezza delle opere d’arte e deve il suo nome allo scrittore francese Stendhal che ne fu colpito proprio nel capoluogo toscano, durante il suo Grand tour del 1817, uscendo dalla Chiesa di Santa Croce. Il progetto, condotto dai ricercatori del Cnr di Pisa e della facoltà di medicina di Firenze, è iniziato il 29 luglio e si concluderà il 31 agosto.
Per adesso su 11mila visitatori sono stati 190 a sottoporsi ai test medici, per la maggior parte donne, che sembrano le più interessate a indagare le reazioni psicofisiologiche davanti all’opera d’arte. La mole di materiale raccolto necessita di alcuni mesi per poter essere accuratamente analizzata, tuttavia i ricercatori ritengono di poter affermare che – nei casi indagati durante le giornate di studio – la sindrome di Stendhal non si è palesemente manifestata tra i visitatori monitorati ma in molti casi il battito cardiaco è accellerato.
La ricerca ha misurato in particolare la frequenza cardiaca dei visitatori di fronte a immagini, simboli e suoni, per intuire la reazione del sistema integrato psiche-soma e l’andamento delle emozioni durante il percorso che si è snodato all’interno della sala affrescata da Luca Giordano.
Per l’occasione il dipinto che ricopre l’intera volta della sala, è stato riprodotto anche in un apposito pavimento a specchio per permettere ai visitatori di camminare ed apprezzare i particolare dell’opera che ripercorre l’Apologia dei Medici.
26/08/2010
Fonte : intoscana.it
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