'Svelata' la tomba più antica della necropoli dei Lucumoni etruschi


Viterbo, 5 ago. (Adnkronos/Ign)
- Grande scoperta a Tarquinia nel viterbese. E' stata rinvenuta, infatti, la più antica tomba dipinta nella necropoli dei Lucumoni etruschi. Il ritrovamento è avvenuto durante la terza campagna di scavo dell'Università degli Studi di Torino e della soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale in un settore principesco della necropoli di Tarquinia. Ad essere svelata è l'anticamera di una maestosa tomba a tumulo con i resti di un raro intonaco del VII secolo a.C. decorato con quelle che possono definirsi le più antiche pitture etrusche.

I lavori coordinati da Alessandro Mandolesi, sono stati condotti nell'area della Doganaccia, nel cuore della necropoli etrusca di Tarquinia, dove furono probabilmente deposti re e principi del VII secolo a.C

Le ricerche hanno portato alla luce un imponente accesso con larga gradinata a cielo aperto relativo al più grande tumulo funerario di Tarquinia di età orientalizzante, detto 'della Regina' (dei decenni centrali del VII sec. a.C.), che, con quello 'del Re', costituisce una maestosa coppia di sepolcri che caratterizza la necropoli etrusca.

Attraverso questo ingresso gli archeologi sono arrivati alla tomba di un personaggio di spicco della comunità etrusca, di rango probabilmente reale. Il locale è in gran parte rivestito di un consistente intonaco bianco in gesso alabastrino, secondo una modalità nota nel Vicino-Oriente (Cipro, Egitto, area siro-palestinese).

Si tratta di un raro esempio di rivestimento murario, finora sconosciuto in Etruria, presumibilmente realizzato da maestranze specializzate provenienti dal Levante mediterraneo; come il gemello tumulo 'del Re', anche quello 'della Regina' si ispira infatti a una tipologia di tombe reali 'omeriche' note a Cipro (in particolare a Salamina, nell'area sud-orientale dell'isola): è quindi probabile che all'origine di questo modello di tomba a tumulo ci siano proprio architetti e maestranze del Mediterraneo orientale arrivati a Tarquinia all'inizio del VII secolo a.C.

L'intonaco ha restituito tracce di pitture costituite da una fascia orizzontale di colore rosso che doveva svilupparsi su tutti i lati dell'ingresso, sopra la quale si individua, al momento, una raffigurazione di incerta lettura; come nelle più antiche esperienze pittoriche etrusche, potrebbe forse trattarsi di un animale (campito in nero con contorni in rosso) con evidente significato religioso, allusivo al mondo ultraterreno.

I labili dipinti sono ottenuti secondo la più antica tecnica pittorica (assimilabile alla tempera) ricordata dalla storiografia artistica (in particolare da Plinio il Vecchio), ''inventata'' in Grecia da valenti maestri fra l'VIII e il VII secolo a.C. L'affresco riconduce ai primordi della pittura monumentale etrusca.

Se il prosieguo degli scavi confermerà la datazione dei decori, si tratterebbe della più antica manifestazione di pittura funeraria tarquiniese, realizzata peraltro in un ambiente aperto che precede la camera funeraria, e quindi accessibile e destinato alle cerimonie sacre.

I recenti risultati archeologici si aggiungono all'altra importante scoperta avvenuta lo scorso anno, costituita dalla più antica tomba etrusca a due camere affiancate (cosiddetta Tomba Gemina), destinata ad accogliere le spoglie di due nobili personaggi, morti forse contemporaneamente per un tragico evento, personaggi imparentati con il principe (o il re) sepolto nell'adiacente grande tumulo.

Queste ricerche si inseriscono all'interno del progetto 'Via dei Principi', destinato alla valorizzazione turistico-culturale dei tumuli monumentali della necropoli tarquiniese. Un itinerario che aggiungerà alle tombe dipinte la conoscenza dei tumuli principeschi, monumenti ora accessibili nell'ambito del sito archeologico.