Roma, 6 ott (Il Velino) - Un monito d’allarme sullo stato di salute della cultura italiana lanciato a tutti gli operatori del settore ma soprattutto al mondo politico. Lo ha lanciato oggi a Roma Gabriella Belli presidente di Amaci (Associazione dei musei d’arte contemporanea italiani) nella sala conferenze dell’Associazione della Stampa Estera presentando la Sesta Giornata del Contemporaneo, la manifestazione che si svolgerà sabato 9 ottobre in tutta Italia. L’iniziativa, organizzata da Amaci, ha registrato negli anni un crescente successo, coinvolgendo un sempre maggior numero di aderenti su tutto il territorio nazionale e un pubblico di curiosi e appassionati sempre più vasto. Quest’anno la manifestazione ha raggiunto il record di 1035 realtà che apriranno gratuitamente i loro spazi per un giorno, presentando un programma multiforme e vivace. “Uno straordinario successo – commenta Belli – per una manifestazione fortemente voluta da Amaci e partita nel 2005 un po’ in sordina. E’ evidente che la Giornata del Contemporaneo è diventata un appuntamento fisso che offre a tutti la preziosa occasione di vivere da vicino la vivacità e la ricchezza dell’arte contemporanea, assecondando la crescente richiesta di ‘contemporaneo’ in Italia e sottolineando l’importante ruolo che la filiera dell’arte contemporanea svolge nello sviluppo culturale, sociale ed economico del nostro Paese”.
“Amaci e tutti gli operatori di settore non possono che essere felici di questo risultato – prosegue Belli – ma c’è un’ombra incombente che offusca la gioia di questo momento e di cui è importante rendere conto. Si tratta dei pesanti tagli dei finanziamenti pubblici che si stanno abbattendo su tutto il mondo della cultura in Italia e in particolare sul sistema dei musei d’arte contemporanea. I 26 musei associati ad Amaci registrano una situazione difficile, con tagli dei contributi pubblici in media del 30 per cento sui loro già spesso risicati budget: si tratta di una situazione pericolosa, che mette a rischio la programmazione scientifica e culturale dei nostri musei e, in alcuni casi, anche la loro stessa sopravvivenza. I musei non sono soltanto delle voci di spesa per la pubblica amministrazione, sono anche e soprattutto dei soggetti che producono posti di lavoro, che coinvolgono professionalità altamente qualificate, che sostengono il turismo e che alimentano l’economia, e che per tutti questi motivi hanno una forte incidenza sul loro territorio. Un Paese che mette a rischio la vita dei propri musei – conclude Belli – è un Paese miope, che non sa sfruttare al meglio le risorse strategiche di cui dispone e non è in grado di costruire con lungimiranza il proprio futuro”.
(red/gat) 6 ott 2010 12:51
Fonte- Il Velino.it
Nessun commento:
Posta un commento